Trascrivo qui la traduzione delle due lettere di Cicerone proposte alla Seconda nell’ultimo compito in classe:
Epistola a Tirone
Tullio al suo amico Tirone
Egitta è venuto da me il giorno prima delle Idi di Aprile (il 12). Sebbene egli mi avesse annunziato che tu non avevi più febbre e stavi bene, tuttavia, poiché mi ha detto che tu non avevi potuto scrivermi, mi ha arrecato preoccupazione, e a maggior ragione perchè Ermia, che doveva venire lo stesso giorno, non era ancora arrivato. Sono in grave ambascia per la tua infermità: se tu me ne libererai, io ti libererò da ogni preoccupazione. Scriverei di più, se pensassi già che tu potessi leggere volentieri. Usa la tua intelligenza, che io stimo moltissimo, per conservarti per me e per te. Abbi cura di te molto diligentemente. Sta bene! Quando ormai avevo scritta la lettera, Ermia è arrivato. Ho ricevuto questa lettera con caratteri tremolanti nè è cosa strana in una malattia tanto grave. Io ti ho mandato Egitta, perchè non è sgarbato e mi è sembrato che ti voglia bene, affinchè stia con te, e con esso un cuoco perchè tu possa giovartene. Sta bene!
Scritta il 12 aprile
Alla moglie Terenzia
Tullio saluta la sua Terenzia
Ho ricevuto da Aristocrito tre lettere che io ho quasi cancellato con le lacrime. Mi struggo, infatti, nella tristezza, o mia Terenzia, nè le mie sventure mi tormentano più delle tue e delle vostre. Io, invece, per questo sono più infelice di te che sei molto sventurata, perchè la medesima disgrazia è comune a tutti e due, ma la colpa è soltanto mia. Sarebbe stato mio dovere o accettando la missione evitare il pericolo o cadere coraggiosamente. Per noi niente fu più meschino, più turpe e più indegno di questo. Per cui sono afflitto tanto dal dolore, quanto anche dalla vergogna. Infatti, io mi vergogno di non aver mostrato virtù e zelo alla mia ottima moglie e ai miei dolcissimi figli. Infatti, la vostra desolazione, la tristezza, il tuo precario stato di salute mi stanno dinanzi agli occhi giorno e notte, mentre mi appare molto debole la speranza della salvezza. Molti ci sono avversari, quasi tutti livorosi .
Scritta a Durazzo il 30 nov.
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